Marco Mignarri
Arte e Restauro
Restauro di dipinto su tela raffigurante la Vergine Dolente ai piedi della Croce, XVII secolo.
La Vergine dolente ha subito lo stesso triste destino del suo pendant, ma senza troppi ‘cambi d’abito’. Solamente una riduzione alla veste in lacca rossa, che era stata coperta con un coloraccio di fondo, e una ridipintura parziale del manto in verdolino pisello.
Quest’ultimo è forse uno degli atti più ignoranti che il precedente restauratore potesse operare. Perché qualora non avesse saputo che il manto della Vergine è dogmaticamente azzurro (salvo in iconografie particolari come l’Incoronazione), bastava osservare un po’ più attentamente il colore che gli si poneva davanti gli occhi, ossia un Blu di Smalto (Smaltino), che tutto era tranne che un verde, almeno originariamente.
Lo Smaltino era un pigmento artificiale ottenuto dalla macinazione di vetri di potassio e sodio addizionati a piccole quantità di ossido di Cobalto, ampiamente utilizzato dagli artisti europei dal XV al XVIII secolo. Lo si preferiva ai Blu di Azzurrite e Oltremare solamente per il costo (gli altri erano più prestanti e più cari). In effetti le caratteristiche chimico-fisiche di questo pigmento fanno sì che sia traslucido, poco coprente (a seconda del grado di macinazione del vetro) e tenda inevitabilmente ad un ingrigimento, specie se in presenza di umidità. Spesso si vedono infatti celestini sbiaditi e verdognoli campeggiare nei cieli o nei panneggi, e ne sappiamo la causa.
In questo caso il tono celeste che si è ‘spento’ e opacizzato, unitamente al fisiologico ingiallimento della linossina (olio di lino polimerizzato), hanno tratto in inganno il precedente restauratore, che lo ha interpretato come verde…
Riguardo mani-viso e aureola, stessa cosa detta sul San Giovanni Evangelista.
Vergine Dolente
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